Il cammino dei XXV anni di sacerdozio nella geostoria dello Spirito
“La nostra vita non ha altra più chiara nota che la disciplina dell’amore al nostro tempo, al nostro
mondo, a quante anime abbiamo potuto avvicinare e avvicineremo: ma nella lealtà e nella
convinzione che Cristo è necessario e vero”.
Carissimi con questa affermazione del Papa santo Paolo VI, che mi ha fatto meditare e interrogare,
ringrazio il Signore per il dono del sacerdozio e del cammino di un quarto di secolo in cui mi sono
sforzato di abbandonarmi alla Divina Volontà. Un cammino di 25 anni, belli e a volte sofferti,
impegnativi e fecondi, umili ma ricchi di zelo, semplici e appassionati che hanno tracciato il viaggio
nella geostoria dello Spirito, come ho scritto nel libro dal titolo: “IL GRAZIE DEL CUORE” che
verrà presentato a novembre e che già potete prenotare all’uscita il cui ricavato va alle missioni di
don Bosco e agli scout. Un libro di oltre 200 pagine che nella prima parte raccoglie spunti
pedagogici (ripensando alle scuole in cui ho insegnato, alle parrocchie e agli oratori frequentati) e
nella seconda parte raccoglie le lettere pastorali, riflessioni, catechesi e poesie offerte in questi 4
anni di ministero a Vinchiaturo.
Un grazie davvero a tanti che mi hanno fatto sperimentare, come ci disse Papa Francesco in visita
all’UNIMOL di CB il 5.7.2014, come “Dio ci sorprenda sempre e ci apra alle sue meraviglie”.
Un cammino che si fa ricco perché svolto INSIEME a tante persone di buona volontà e “amate
da Dio” come recita la nuova traduzione biblica. Un percorso che raccoglie le opere di Dio seminate
in incontri ed esperienze, in segni e sogni, in vissuti e ideali, in spirito di fedeltà e di sacrificio, di
dedizione e soprattutto di SPERANZA. E in un mondo che corre veloce e fatica a ricordare come
non soffermarsi a riflettere? Come non educare oggi a saper dire grazie? Come non concedere ogni
giorno al nostro cuore una pausa dello spirito? In un’epoca globalizzata, tecnologica e iper-connessa
ma che fatica a fare rete relazionale come non aprirsi alla speranza? Come non riscoprire nel
postmoderno e innanzi alle sfide dell’IA la pregnanza dell’umano e dei suoi valori? Siamo tutti
bisognosi di speranza per crescere in umanità e per aprirci alla PACE, e questo Giubileo dal titolo
“pellegrini di Speranza” ce lo ricorda. “La speranza non delude” affermava Papa Francesco, citando
San Paolo, e ribadisce il Papa americano e missionario Leone XIV. Sì siamo “pellegrini di
Speranza” perché discepoli di Cristo Risorto.
Ora permettete il grazie per esprimere la stima e la gratitudine a tanti di voi:
GRAZIE e lode innanzitutto alla Santissima Trinità, Comunione d’Amore, che in Cristo Buon
Pastore ci guida nel tempo e ci rende strumenti del dono; a San Giovanni Bosco “padre e maestro
dei giovani” essendo stato formato alla sua scuola dei padri salesiani; ai miei familiari; a S. E.
Mons. Biagio Colaianni per la presenza, l’accompagnamento pastorale e la Parola spezzata come
pane fragrante; a Mons. G. Bregantini; ai sacerdoti e ai diaconi; alle consacrate; ai consiglieri
regionali; all’amministrazione comunale di Vinchiaturo, alle autorità civili e militari presenti anche
da diversi paesi; all’Unitalsi, agli amici di Foggia,Vinchiaturo, Mirabello, Baranello, Guardiaregia,
Colle d’Anchise, Boiano, Roccamandolfi, Frosolone, Molise, Jelsi, Gildone, Riccia, Ferrazzano,
Cb, nonchè Ripalimosani e Trivento. Un grazie ai collaboratori pastorali; all’Ufficio delle
Comunicazioni Sociali della nostra Diocesi, all’Ordine dei veterinari di CB con cui ho condiviso
numerose conferenze anche sull’Enciclica Laudato sì sulla cura della casa comune. Un grazie al
Coro Brandi, al coro giovani (che con il canto ci ha aiutato a pregare), al bravissimo liceale
organista Vincenzo Francario e a tutta la 3 B che vedo sulla loggia dell’organo, ai gruppi di
preghiera, agli scout (essendo stato anch’io lupetto a Frosolone), alle associazioni, ai chierichetti, ai
ragazzi del catechismo e alle famiglie, ai giovani, alle diverse confraternite della Diocesi, al Sacro
Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, alla famiglia Ricciardi, ai ragazzi del liceo scientifico
che ci aiutano nell'accoglienza, a chi nel silenzio ha lavorato e a chi ha preparato la festa.
Un grazie speciale va al mio parroco don Antonio Mascia che mi ha accompagnato nel cammino
vocazionale e a don Enzo Di Nunzio mio padrino di cresima, confratello, amico e ai compaesani.
Un grazie, carico di Speranza, a chi oggi ci guarda dal Cielo: a mio papà Nicola, a Sua Eccellenza
Mons. Santucci vescovo di Trivento che mi ordinò l’8.7.2000 nella gremita piazza di Frosolone e
che in prima persona con forza e lungimiranza lottava per i diritti della chiesa, al mio parroco tenace
don Filippo Fracasso, a Padre Liberato Di Iorio, a don Mercurio Simonelli, al salesiano missionario
don Emilio Pollice che ogni mese partiva da NA con la sua cinquecento per visitare i nostri paesi
molisani.
Permette un GRAZIE ai presidi del liceo classico e del liceo scientifico con il rispettivo personale,
all’instancabile preside Anna Gloria Carlini, ai docenti attuali e ai già prof. con cui ho avuto modo
di formarmi, agli ex-allievi incontrati nei vari anni di insegnamento, agli allievi presenti per
condividere la gioia di questo evento e a chi mi ha aiutato nella stesura del libro del mio XXV°. Di
cuore un grazie alle maestre di Vinchiaturo e agli insegnanti che a diverso titolo ho avuto modo di
conoscere ricchi di competenza, passione educativa, discrezione e sincera collaborazione.
Un grazie agli exallievi e amici di Foggia provenienti dall’oratorio don Bosco che mi hanno avuto,
al mio primo incarico, come viceparroco e direttore dell’oratorio salesiano. Ricordo sempre le Estati
Ragazzi con 600 iscritti nonostante il sole cocente, l’Estate Giovani fino alla sera inoltrata, le
partite, le tante uscite, il coinvolgimento della città, le olimpiadi nell’immenso campo sportivo e la
calorosa partecipazione delle tante famiglie. Grazie per come testimoniate l’amore a Cristo con il
metodo di don Bosco nelle vostre professioni e nel vostro lavoro e fate ancora oggi di un quartiere
popolare e popoloso il cuore pulsante della città.
GRAZIE a Jelsi che ho servito per 17 anni, paese “dove il grano si fa arte” e come "oro splende al
sole" (disse San Giovanni Paolo II) nella festa di S. Anna che ebbi la gioia di elevare, con il decreto
di Mons. A. Dini, a Compatrona; a Gildone che contemporaneamente ho servito per 11 anni accolto
da don Mercurio Simonelli, paese “dove il pane si fa dono” nella Festa del S. Cuore e di S. Antonio
di Padova; a Vinchiaturo che mi ha accolto il 3 novembre 2021 e in cui abbiamo realizzato molto
in opere, soprattutto in tanti lavori nelle 5 chiese, e in cammini pastorali e formativi insieme ai due
Consigli Parrocchiali e all’APS Il Trigramma che funge da Comitato Festa.
Paesi diversi per identità, storia e tradizioni ma amati nella loro tipicità. Paesi in cui abbiamo
vissuto con zelo gli anni più belli e abbiamo operato nella manutenzione e riaperture di chiese, in
percorsi formativi intrapresi, oratorio, gite, pellegrinaggi, processioni anche in regime di covid,
diverse pubblicazioni anche studiando gli archivi parrocchiali della Valle del Fortore che partono
dalla fine del 1400 e che con pergamene e manoscritti antichi sono d’interesse culturale nazionale
(quindi tutelati dalla Soprintendenza). Tante poi le visite nelle contrade e ai poveri e i progetti
attivati nella pastorale della cura e della prossimità. E tutto questo realizzato grazie a collaboratori
validi che senza chiacchiere erano e sono pronti a rimboccarsi le maniche! Quante volte nelle visite
alle famiglie e ai malati, a casa o in ospedale, come nella benedizione funebre in casa o in cliniche,
ho imparato tanto sul senso della vita e in risorse interiori inaspettate! Ricordo sempre la frase di S.
Giovanni della Croce che dice: “Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore”. E spesso nelle
mie prediche ho sottolineato che, pur nella lotta di ogni giorno, l’amore va incarnato nei fatti e nella
testimonianza vincendo il “male facile con il bene difficile” ma non impossibile; sì con il bene che
ti misura, che vince e ti premia solo alla fine. E in tutto questo penso alla treccia di steli di grano, sì
alla treccia offerta a S. Anna sapendo che uno stelo da solo si rompe mentre tanti steli intrecciati
resistono ai venti contrari e si fanno bellezza, splendore e dono per tutti. E la nonna di Gesù, S.
Anna, nella festa jelsese, insegna “ad amare le radici dove più forti aderiscono alla terra”.
Allora il grazie del cuore a tutti e a ciascuno e in particolare ai fedeli che vivono la parrocchia e la
sostengono nell’ordinarietà di impegni, attività, celebrazioni e scadenze. Sì perché e lo sapete le
nostre parrocchie non sono ricche, come vedete dalla pubblicazione annuale del bilancio, ma vivono
della generosità dei fedeli. Per questo il grazie speciale va a ogni fedele, al Consiglio Pastorale
Parrocchiale e al Consiglio Affari Economici Parrocchiale. Impariamo sempre a servire Gesù nel
prossimo e a fare di ogni comunità la “casa della pace” come ripete, in un mondo lacerato dalle
guerre, Papa Leone XIV. Un Papa con lo stile sobrio, semplice, il sorriso incoraggiante, con la sua
personalità riflessiva e profonda. E oggi abbiamo bisogno di esempi, di chi non cerca visibilità ma
ascolta, accompagna e custodisce.
E ora permettete alcuni avvisi:
Dopo il pellegrinaggio giubilare del 26 settembre scorso a Castelpetroso Dom. 11/10 alle 11.15
vivremo la Celebrazione per valorizzare la croce in bronzo dei Giubilei del 1901 voluta da Papa
Leone XIII, il papa della Rerum Novarum e della rivoluzione industriale. Croce che vedete
sull’acquasantiera (in fondo alla mia sx) donataci da don Cosmo Spina esimio arciprete di
Vinchiaturo dal 1915 al 61 che abbiamo celebrato con un libro in sua memoria e prossimamente con
una vetrina che ne raccoglierà scritti, oggetti e documenti. Dobbiamo infatti ricordare i grandi della
storia, come don Aurelio Pulla a Jelsi, il padre gildonese Giuseppe Vitale che dopo i voti nei
Missionari del Sacro Cuore in Francia s’imbarcò per aprire la prima missione in Papua Nuova
Guinea accompagnando nel 1890 il primo vescovo in mezzo alle tribù indigene. Abbiamo bisogno
di attingere dai grandi del passato per fare di più, dare il meglio e per riscoprirci “nani portati sulle
spalle dei giganti” valorizzando l’esempio di chi ci ha preceduto e pur in tempi difficili ha saputo
dare tanto. A noi l’augurio di saper continuare con lo stesso zelo e impegno fattivo.
Dopo la benedizione faremo una foto con i diversi gruppi e poi sul sagrato. Infine sarà proiettato il
video con le mie foto nella Chiesa Patronale di San Bernardino (affrescata da Leo Paglione), lì
potete prenotre il libro che ho scritto "Il Grazie del cuore" e riceverete il mio ricordino con una rosa
di cera che si accende e profuma. Subito dopo apriremo il buffet nell’ex-asilo e non scappate prima
del taglio della torta!
Grazie di cuore a tutti e Dio ci benedica.