Parrocchia “S. Croce” – Vinchiaturo (CB)
Con San Giovanni Battista il Precursore riscopriamo nella fede la sete d’Infinito (S Giovanni Battista)
Lettera pastorale in occasione del restauro e della venerazione dell’antica Reliquia
Carissimi nella festa della nascita di Giovanni Battista, con l’antica Reliquia restaurata, riscopriamo con Lui la sete d’Infinito e l’adesione a Cristo Gesù. “Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Mt 3, 11). Con queste parole di San Giovanni Battista festeggiamo la nascita del battezzatore, l’unico santo, insieme a Maria, di cui si celebra il compleanno. La sua figura di ultimo profeta dell’Antico Testamento e Precursore del Nuovo Testamento gli merita questo grande onore! Gesù stesso lo indica come il grande uomo mai vissuto, il più grande tra i nati di donna (Mt 11,11). Giovanni è tra i santi più venerati nel mondo ed è l’unico di cui la Chiesa celebra il giorno della nascita terrena, il 24 giugno, oltre a quello del martirio, il 29 agosto (decapitato per ordine di Erode Antipa). “Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce e preparare al Signore un popolo ben disposto” (Gv 1, 6-7; Lc 1,7). “Sarà grande davanti al Signore, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre: molti si rallegreranno della sua nascita” (Lc 1, 15). Nascita che avvenne dal padre Zaccarìa, sacerdote della classe di Abìa e dalla moglie Elisabetta, discendente di Aronne. Sono una coppia di genitori santi, la prima di cui la Scrittura ci parla dopo Maria e Giuseppe. Una coppia di giusti, di fedeli a Dio, di osservanti della Legge, pur con una spina nel cuore di non essere riusciti a concepire un figlio, poi la storia del mutismo di Zaccaria tra segno e promessa perché nulla è impossibile a Dio. Così questa coppia viene toccata dalla Grazia ed Elisabetta porta in grembo la storia della Salvezza ossia colui che preparerà la strada a Gesù. Il Precursore afferma con fermezza: “Non sono io il Cristo ma sono stato mandato avanti a Lui” (Gv 3, 28), “Lui deve crescere; io, invece, diminuire” (Gv 3, 29); una vera lezione di umiltà e una scuola di servizio di cui oggi abbiamo bisogno! Con San Giovanni Battista chiediamoci: Cosa è essenziale per la fede? E come viverla e testimoniarla oggi? Celebrare, allora, significa attingere la forza dalle radici o meglio dalla santa radice della FEDE che il battezzatore delle folle ha vissuto fino in fondo con la sua fedeltà e la sua testimonianza di sangue. Il Precursore che ha preparato la via al Signore Gesù ci fa comprendere il valore e la portata della fede. Un intreccio tra dono di Dio e risposta umana, un incontro tra la libertà di Dio che chiama e la libertà della persona che risponde, un dono prezioso e grande da vivere nella carità. Infatti solo la carità è la verifica della fede.
Cosa chiediamo oggi a Colui che con la sua voce forte ha annunciato la Parola vera? A Colui che è stato austero nel deserto, tagliente predicatore, profeta fedele alla sua missione di Verità? Non vogliamo anche noi farci predisporre da Lui all’incontro con il Messia? Non abbiamo fame della Parola per orientarci nelle nostre scelte? Recuperiamo ciò che è necessario, la Parola di Dio che trasforma e incoraggia e conduce dritto all’essenziale. Approfondiamo allora la prima virtù teologale della FEDE, che il grande filosofo e teologo San Tommaso d’Aquino definisce come “l’auriga” che orienta e indirizza; che apre alla Speranza e si compie soltanto nella “virtù regina” della Carità.
• L’essenziale della fede, come ci insegna il martire Giovanni, è la fiducia in Dio e nella Sua Provvidenza, ben sapendo che non si può amare il Signore se non amo il mio prossimo. Equesto amare l’umanità ci mette in crisi perché richiede continuamente di svestirci del nostro egoismo e di rivestirci della grazia di Dio che trasfigura, plasma il cuore e rilancia in vita nuova
• La fede è ascolto del Signore e Salvatore, Cristo Gesù. E’ fare i conti con la sua storia e il suo messaggio universale, è attingere e vivere il Suo amore oblativo fino al dono totale e supremo della Croce. E giungere con Lui alla luce della Pasqua
• La fede è una storia che mi interpella, una voce che mi guida, che risana e che Dio Padre rivolge a me tramite il Figlio che è “Via, Verità e Vita”
• La fede è incontro vivo e personale con Gesù Crocifisso e Risorto che si fa guida e fratello del viaggio esistenziale perché la mia vita diventi un capolavoro nel dono. E il donarsi, che accompagna l’intera vita del Nazareno, è il verbo che concretizza la nostra fiducia in Dio nelle opere. “Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me; dal suo grembo sgorgheranno fiumi d’acqua viva” (Gv 7, 37-38)
• La fede è aprirsi al cuore di Dio, centro e Regno della Divina Volontà. E lasciarsi plasmare dal Suo Amore oblativo e redentivo
• La fede è questione di cuore, di affetto, di slancio interiore per servire il Signore in ogni fratello e sorella che passa, non a caso, accanto a me
• La fede è scoperta profonda del Nome dolce di Gesù, IHS (Gesù Salvatore dell’umanità) scriveva il nostro Patrono San Bernardino da Siena, invitando a invocarlo spesso nel quotidiano
• La fede è sentirsi amati e fare esperienza continua di questo amore che perdona ed eleva, perchè figli nel Figlio Unigenito che si dona in pienezza e per Amore
• La fede è essere pellegrini nella Speranza, Peregrinantes in Spem come celebreremo nel prossimo GIUBILEO 2025, che apre al Regno di Dio; è certezza della metà, del Padre celeste che mi ama e costruisce la mia storia personale e comunitaria, la innalza e la riveste di luce e motivazione per nuovi percorsi di vita
• La fede è questione di incontro come per S. Giovanni Battista che indica in Cristo “L’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” e lo serve con amore gratuito, fiducioso, forte, pieno e totale
• La fede è questione di profondità, non di apparenza, non di superficie, non di pelle, ma è entrare nel palpito d’amore del Cuore di Cristo
• La fede è esperienza travolgente che cambia e qualifica la vita
• La fede è passione e slancio, è urlo d’amore come invita a fare il Battezzatore nei deserti
della vita per irrorarli di acqua che vinca le nuove arsure
• La fede è dialogo con l’Amato. La Bibbia inizia con un “sei amato” e si conclude con un “amerai”. E proprio intorno all’amore si è intessuta la storia fra lo Sposo, Dio, e la Sposa Israele e tramite l’antico popolo per l’intera umanità
• La fede è acqua viva e sorgiva che disseta e accompagna la nostra conversione. E’ Gesù stesso che si fa sorgente di vita. “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4, 13-14). Nella Chiesa l’acqua rimanda al Battesimo. Esso racchiude in sé tutti i significati biblici dell’acqua così come esplicitati nella Scrittura e rimanda alla nuova creazione che Dio realizza a partire dalla Pasqua di Gesù• La fede è fuoco che brucia, purifica e libera dalle scorie negative del peccato, che forgia nel crogiuolo come l’oro fuso per i karati dell’Amore e che riplasma e ridona la bellezza di essere creature amate perché in relazione felice con il Creatore
• La fede è una storia scritta nella grande storia di Dio che permette di congiungere i tanti punti della vita e di scoprire le linee della Sua Volontà che si fa disegno e progetto
• La fede è abitare la casa di Dio, è prendere dimora nel Suo Cuore e sentire il Suo grido nella voce del Figlio Amato: “Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me, dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva” (Gv 7, 37-38)
• La fede è “fissare lo sguardo su Gesù”, confidare e affidarsi sempre al Suo Amore
• La fede è fare esperienza dell’Amore di Dio che rincuora, infonde forza, apre a profonde e radicali scoperte e rende felici.
San Giovanni Battista dia a tutti radici profonde perché, vivendo la profondità della FEDE, l’Albero della Vita svetti verso il Cielo e l’Infinito e produca frutti di grazia e di ogni bene nell’Amore. Auguri.
Vinchiaturo (CB): 24 giugno 2024 Il Parroco: don Peppino