Quale valore dare alle rivelazioni dei tre pastorelli? la Chiesa ci spinge a considerarle un aiuto della fede. Meglio ancora, un invito a un cammino di conversione
Sarebbe utile rileggere il commento teologico sulle rivelazioni di Fatima che fece nel 2000 l’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Joseph Ratzinger.
Il futuro papa Benedetto XVI mise tutto nella giusta cornice, prevenendo le facili suggestioni apocalittiche. Precisò che l’unica rivelazione a cui bisogna attenersi è quella fissata nelle Sacre Scritture. Le altre rivelazioni, cosiddette “private”, quando riconosciute dalla Chiesa, sono semplicemente un aiuto a credere, del quale peraltro non è obbligatorio fare uso.
La visione della terza parte del Segreto, così angustiante al suo inizio, si conclude con un’immagine di speranza: nessuna sofferenza è vana, e proprio una Chiesa sofferente, una Chiesa dei martiri, diviene segno indicatore per la ricerca di Dio da parte dell’uomo. Dalla sofferenza dei testimoni viene una forza di purificazione e rinnovamento. Vale la parola di Gesù: «Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo» (Giovanni 16,33). Il messaggio di Fatima ci invita ad affidarci a questa promessa.
da aleteia.org