LA quarta ed ultima parte della enciclica Lumen Fidei presenta una certa originalità nella trattazione della fede e lo fa approfondendo alcuni aspetti quasi ignorati. Infatti Papa Francesco mette bene in evidenza come la fede cristiana non solo costituisca il legame fondamentale e salvifico tra l’uomo e Dio, ma come essa porti pure effetti benefici per l’umanità anche sul piano concreto, storico del vissuto per tutti ed esprime tutto questo con un richiamo biblico molto bello ed efficace: «il Dio affidabile dona agli uomini una città affidabile» (n. 50). “Città” intesa come comunità umana nei suoi rapporti interpersonali. La lettera sceglie e sviluppa i tre grandi ambiti in cui la fede illumina e sostiene un vissuto positivo gli uomini che credono: la famiglia, nelle sue varie situazioni e componenti, la società con i suoi gravi e vari problemi (dignità di ogni persona, rispetto del creato a servizio di tutti, il vero modello dello sviluppo) ed infine: la fede che dà forza consolante nella sofferenza e ci «ricorda che il servizio della fede al bene comune è sempre servizio di speranza» (n. 57). L’enciclica si conclude richiamando e proponendo il grande esempio di fede vissuta in modo esemplare per tutti, quello di Maria, secondo l’attestazione esplicita di Luca 1,45: «Beata colei che ha creduto» e con una preghiera a Lei Madre di Cristo e nostra affinché ci sostenga tutti nel cammino di fede «finché arrivi quel giorno senza tramonto che è lo stesso Cristo, il Figlio tuo nostro Signore» (n. 60).
+ Sebastiano Dho, vescovo emerito
Nella foto: “La fede velata” (particolare). Antonio Corradini, 1725, Duomo, Este (Pd).
Tratto dal foglietto “La Domenica” del 13 aprile 2014