I ricercatori: manca controllo da parte dei genitori. I ragazzi usino gli strumenti tecnologici in spazi condivisi
« Emergenza educativa». Il Moige non gira intorno al problema: i minori italiani passano ore e ore in compagnia delle tecnologie digitali, senza controllo da parte dei genitori. Perché sono dati allarmanti quelli che emergono dal dossier sulla dieta mediatica dei ragazzi: il 40% di chi ha più di 14 anni non ha mai avuto limiti all’uso dei videogames , altrettanti sono liberi di navigare in rete quanto vogliono, il 25% non ha orari per la televisione.
Non può meravigliare allora che un quarto dei ragazzi in tv vede film non adatti ai minori, il 27% ha visitato almeno una volta pagine web con contenuti non idonei e il 22% ha usato videogiochi sconsigliati per la loro età. «Sarebbe opportuno – raccomandano i ricercatori – che i nativi digitali potessero fruire di questi strumenti in luoghi condivisi e accessibili a tutta la famiglia come la cucina o il salotto». Invece il 33% ha la consolle dei giochi nella cameretta, il 20% ne ha una portatile, il 40% ha un proprio computer. E lo usa con una certa malizia, se il 24% dice che i propri genitori non conoscono cosa fanno su internet e il 27% cancella la cronologia, per non lasciare tracce dei siti visitati. Va peggio con la tivù: addirittura il 60% ce l’ha in camera da letto. «La tv – si legge nella ricerca –è responsabile dell’ipersessualizzazione precoce dei bambini italiani» C’è poi quel 60% che confessa di essersi divertito a ricevere o inviare foto o video ‘spinti’ (pratica definita in inglese col neologismo sexting , cioè sex più texting , invio di messaggi virtuali). Preoccupa la diffusione di pratiche vicine al ‘cyberbullismo’: 6 adolescenti su 10 hanno utilizzato foto o video per prendere in giro qualcuno. Un quinto lo fa «spesso». L’abuso porta anche dipendenza: il 21% preferisce guardare la tv che uscire con gli amici, un 5% preferisce il web virtuale al reale. Tra gli over 14 poi 4 su 10 accettano in rete amicizie con sconosciuti, 2 su 10 li incontrano. Disinvolto anche l’uso del cellulare: ai genitori che li chiamano, 6 su 10 mentono sul luogo in cui si trovano o su quello che fanno.
Luca Liverani