“Il figlio di Dio infatti – ha detto papa Francesco – appare sulla croce come un uomo sconfitto, patisce, è tradito, vilipeso e infine muore. Gesù permette che il male si accanisca su di lui e lo prende su di se per vincerlo. La sua passione non è un incidente, la sua morte, quella morte era scritta, davvero non abbiamo tanta spiegazione, è un mistero sconcertante il mistero della grande umiltà di Dio, infatti ha tanto amato il mondo da dare il figlio unigenito”.
“Questa settimana – ha suggerito papa Bergoglio – pensiamo tanto al dolore di Gesù e ci diciamo a noi stessi “e questo è per me, anche se io fossi stato l’unica persona nel mondo lui lo avrebbe fatto, lo ha fatto per me”, baciamo il crocifisso e diciamo “per me, grazie Gesù per me”. “Quando tutto sembra perduto – ha detto ancora il Pontefice – quando non resta più nessuno per le pecore disperse, è allora che interviene Dio con la potenza della risurrezione, non è il finale lieto di una bella favola, non è l’happy end di un film, ma è l’intervento di Dio padre e là si infrange la speranza umana”.