I Vangeli parlano della presenza di Maria nella Pasqua di Gesù solo ai piedi della croce sul Calvario. Ma certamente Maria ha seguito Gesù nel suo viaggio verso Gerusalemme partecipando ai suoi ultimi eventi. Così ha udito da Gesù anche il perché della morte dell’amico Lazzaro: “Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato” (Gv 11, 4). Maria custodisce queste parole di Gesù nel suo cuore e partecipa alla morte del Figlio condividendo con lui la passione, certa che è per la gloria di Dio. Qual è la forza che la sostiene in questi terribili momenti in cui vede il Figlio abbandonato da tutti e sembra perfino da Dio stesso? La fede che l’aveva indotta ad abbandonarsi a Dio nell’Annunciazione, ora la mette ancora più nelle mani di Dio per abbandonarsi a lui totalmente con il Figlio.
Nel suo cuore risuonano ancora più potenti le parole di Gesù all’amico Lazzaro: “Togliete la pietra!… Lazzaro, vieni fuori!… Liberatelo e lasciatelo andare”. Anche lei è invitata a togliere la pietra che le impedisce di venire alla luce della risurrezione fermandosi solo al sepolcro, anche lei è chiamata per nome per compiere con Gesù il passaggio al Padre, anche lei deve liberarsi dalle bende che la legano nella morte.
“Dinanzi alla tomba sigillata dell’amico Lazzaro, – ha commentato Papa Francesco il 6 aprile 2014 – Gesù «gridò a gran voce: Lazzaro, vieni fuori! E il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario». Questo grido perentorio è rivolto ad ogni uomo, perché tutti siamo segnati dalla morte, tutti noi; è la voce di Colui che è il padrone della vita e vuole che tutti l’abbiano in abbondanza”.
Ma l’uomo oggi è ancora alla ricerca della vita o preferisce costruirsi solamente sepolcri? Forse nel constatare le tante scelte che conducono alla morte, sembra che ci si rassegni a chiudere ogni vita nella tomba, ma colui che ha vinto la sua morte vuole vincere anche la nostra. “Cristo non si rassegna – ha continuato il Papa – ai sepolcri che ci siamo costruiti con le nostre scelte di male e di morte, con i nostri sbagli, con i nostri peccati. Lui non si rassegna a questo! Lui ci invita, quasi ci ordina, di uscire dalla tomba in cui i nostri peccati ci hanno sprofondato. Ci chiama insistentemente ad uscire dal buio della prigione in cui ci siamo rinchiusi, accontentandoci di una vita falsa, egoistica, mediocre”.
La presenza di Maria alla vittoria di Cristo sulla morte, ha reso possibile anche per lei la risurrezione, proprio con la sua fede. Ma come nostra madre, è presente anche alla nostra morte perché anche noi possiamo vincerla con la risurrezione. La Chiesa ha sempre visto in lei quella fede che lega ogni membro della Chiesa con la vittoria di Cristo, e Maria viene in aiuto alla nostra debolezza perché anche noi possiamo giungere alla libertà della vita risorta.
Il grido di Gesù: “Vieni fuori! – ha continuato il Papa – È un bell’invito alla vera libertà, a lasciarci afferrare da queste parole di Gesù che oggi ripete a ciascuno di noi. Un invito a lasciarci liberare dalle bende, dalle bende dell’orgoglio. Perché l’orgoglio ci fa schiavi, schiavi di noi stessi, schiavi di tanti idoli, di tante cose. La nostra risurrezione incomincia da qui: quando decidiamo di obbedire a questo comando di Gesù uscendo alla luce, alla vita; quando dalla nostra faccia cadono le maschere – tante volte noi siamo mascherati dal peccato, le maschere devono cadere! – e noi ritroviamo il coraggio del nostro volto originale, creato a immagine e somiglianza di Dio”.
O Maria, tu hai ascoltato la voce di Gesù l’hai accolta con tutto il cuore, hai potuto così rallegrarti della sua risurrezione. Prega per noi, perché possiamo anche noi celebrare con frutto la nostra Pasqua e tu possa rallegrarti per la vita dei tuoi figli!
P. Pierangelo Casella