La religiosa saveriana e i «gesti della missione»
Molti fatti e poche parole. «Anche perché in thai le parole per raccontare il cristianesimo non ci sono – avverte suor Maria Angela Bertelli, missionaria saveriana a Bangkok –. Carità, gratuità, misericordia, la nozione stessa di Dio sono pressoché impossibili da esprimere nella lingua della Thailandia. I gesti concreti, invece, parlano da soli». Al Meeting suor Maria Angela è stata già diverse volte (sua sorella Nadia appartiene ai Memores Domini), ma quest’anno per la prima volta ha partecipato a un dibattito pubblico. Domenica la sua testimonianza dall’estrema periferia della metropoli asiatica ha colpito e commosso il pubblico che partecipava all’incontro su dignità e disabilità. È una storia che suor Maria Angela ha raccontato in un libro da poco edito da Itaca: il titolo, ‘La Casa degli Angeli’, riprende il nome del centro nel quale i bambini con gravi difficoltà e le loro madri trovano un’occasione di rinascita. «La mentalità del Paese è profondamente segnata dalla filosofia del buddhismotheravada, che in sostanza rifiuta la sofferenza umana – dice –. Presentare a queste donne lo scandalo della Croce significa dare loro una speranza altrimenti impensabile. Dopo essere state picchiate e abbandonate per aver messo al mondo un figlio considerato uno scarto, sono sorprese dallo scoprire che c’è un Signore che si nasconde nei miseri, nei più piccoli, nei rifiutati».
È un percorso spirituale?
Ogni giorno leggiamo insieme la Bibbia, ma l’obiettivo non è di convertire. Alcune donne, con il tempo, chiedono di diventare cristiane: è una loro decisione, della quale gioiamo pur senza averla sollecitata. Ripercorrere con loro il racconto biblico, in particolare quello della Creazione, è anzitutto un modo per introdurre il concetto dell’assoluta dignità di ogni essere umano, indipendentemente dalla sua condizione.
In Thailandia donne e bambini sono i più sfruttati…
Sì, anche e specialmente dal mercato del sesso. Più di una volta, ascoltando le confidenze di queste madri, mi sono vergognata per le violenze e le umiliazioni che hanno dovuto subire. Ecco perché è importante che il nostro intervento di cristiani non si riduca all’assistenza sociale, che anche altri potrebbero garantire. Alla Casa degli Angeli le mamme contribuiscono attivamente con il loro lavoro, per il quale percepiscono un piccolo compenso. Il loro riscatto di donne e di persone parte anche da qui.
Com’è la vita oggi a Bangkok?
Al di fuori delle zone abitualmente visitate dai turisti, sono presenti non meno di duemila baraccopoli, le cui dimensioni variano dall’assembramento di poche famiglie a vere e proprie città nella città, come Kilong Toei e Tuc Deng. La metropoli continua a crescere a una velocità spaventosa, tanto che le stime sulla popolazione variano tra i 10 e i 20 milioni di abitanti. Sempre più persone sono attirate nella capitale dalle campagne, spesso tornano ai villaggi per brevi periodi e tutto questo non fa altro che accelerare la distruzione della cultura tradizionale.
In che senso?
La mentalità consumista sta contagiando tutti, a qualsiasi livello. È un fenomeno di portata globale, che però in Asia trova un terreno straordinariamente fertile. Se non esistono azioni, ma solo conseguenze legate al passato, allora non si dà responsabilità personale e, quindi, non può essere riconosciuta la dignità dell’uomo. Tutto viene ricondotto al samsara, al ciclo di vite precedenti che determina il bene e il male. In un contesto simile, dove l’uomo non ha valore in sé, il denaro spadroneggia indisturbato. Ma è un sistema ormai insostenibile, al quale occorre reagire principalmente nella prospettiva dell’educazione.
da Avvenire